Mercoledì 11 Settembre : San Leone Magno

“Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli” (Mt 5, 3). Avremmo potuto chiederci di quali poveri la Verità voleva parlare, se dicendo “Beati i poveri” non avesse aggiunto nulla rispetto al genere di poveri da intendere; sarebbe allora sembrato che, per meritare il Regno dei cieli, basta quella indigenza che tanti subiscono a causa di una penosa e dura necessità. Però dicendo: “Beati i poveri in spirito”, il Signore mostra che il Regno dei cieli sarà dato a coloro che raccomandati l’umiltà dell’anima piuttosto che la scarsezza delle risorse.

     Eppure, non si può dubitare che i poveri acquistino più facilmente dei ricchi quel bene dell’umiltà, perché per i primi la dolcezza è un’amica nella loro indigenza, mentre per i secondi la superbia è la compagna della loro opulenza. Tuttavia questa disposizione d’animo si trova pure in tanti ricchi, che sono condotti ad usare dell’abbondanza non per gonfiarsi di superbia bensì per esercitare la bontà, e che considerano ciò che spendono per alleggerire la miseria e la pena altrui come uno tra i più grandi beni. A tutti i tipi e classi di uomini è stato dato di partecipare a quella virtù, perché possano essere nello stesso tempo eguali nell’intenzione, e ineguali nella fortuna; non importa quanto siano diversi riguardo alle risorse terrene, sono uomini eguali riguardo ai beni spirituali. Beata quindi quella povertà che non è incatenata dall’amore delle ricchezze temporali; non desidera fare crescere la sua fortuna in questo mondo, ma brama diventare ricca dei beni celesti.