Mercoledì 12 Agosto 2020 : Commento San Cesario di Arles
Tutte le sacre Scritture, per il nostre bene e per la nostra salvezza, ci avvisano di confessare i peccati, senza posa e con umiltà, non solo davanti a Dio, ma anche davanti ad un uomo santo che teme Dio. Così ci raccomanda lo Spirito Santo attraverso la voce dell’apostolo Giacomo: “Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti” (5,16) (…), e il salmista dice: “Ho detto: “Confesserò al Signore le mie colpe” e tu hai rimesso la malizia del mio peccato” (32,5).
Siamo sempre feriti dai nostri peccati; allora, dobbiamo sempre ricorrere alla medicina della confessione. Infatti, se Dio vuole che confessiamo i peccati, non è perché non potrebbe conoscerli, ma perché il demonio desidera trovare di cui accusarci davanti al tribunale del Giudice eterno; perciò vorrebbe che pensassimo a scusarli piuttosto che ad accusarli. Il nostro Dio, invece, che è buono e misericordioso, vuole che li confessiamo in questo mondo per non essere confusi a causa loro nell’altro. Se dunque li confessiamo, lui si mostra clemente; se li riconosciamo, ci perdona. (…) E noi, fratelli, siamo veramente i vostri medici spirituali; cerchiamo con sollecitudine di guarire le vostre anime.