Mercoledì 15 Gennaio : Giuliana di Norwich

La preghiera unisce l’anima a Dio. Anche se la nostra anima è sempre simile a Dio per natura, in quanto ripristinata per la grazia, di fatto è spesso dissimile a causa del peccato. Allora la preghiera mostra che l’anima vuole ciò che vuole Dio; ridà forza alla coscienza; rende capaci di ricevere la grazia. Dio ci insegna a pregare con sicura fiducia che riceveremo ciò per cui preghiamo; poiché ci guarda con amore e vuole assimilarci alla sua volontà e alla sua azione benefattrici. Ci spinge dunque a pregare per ciò che gli piace fare(…); sembra dirci: “Cosa può piacermi di più che essere pregato con fervore, sapienza ed insistenza a compiere i miei disegni?” Con la preghiera l’anima si mette all’unisono con Dio.

Quando per sua grazia e benevolenza nostro Signore si rivela alla nostra anima, allora otteniamo quanto desideriamo. In quel momento non sappiamo più cosa altro chiedere. Ogni nostro desiderio, ogni sentimento è completamente assorbito nel contemplarlo. Si tratta di una preghiera profonda, impossibile da spiegare, mi sembra. Il solo oggetto della nostra preghiera è essere unito, con la visione e la contemplazione, a colui che preghiamo, con una gioia stupenda e un rispettoso timore, in una così grande dolcezza e delizia che non possiamo pregare in quei momenti che come lui ci guida. Lo so, più Dio si rivela all’anima, più ella ha sete di lui, per grazia sua. Ma quando non lo vediamo, allora sentiamo il bisogno e l’urgenza di pregare Gesù, a causa della nostra debolezza e della nostra incapacità.