Mercoledì 20 Settembre : San Gregorio Magno

“E che non trovi un solo saggio fra voi” (Gb 17,10 Vulg.). Perché infatti appellarsi alla saggezza ed augurarsi tuttavia di non trovare saggi [gli amici di Giobbe], se non perché non possono arrivare alla vera saggezza uomini che sono convinti della loro falsa saggezza? E’ di loro che è scritto: “Guai a coloro che si credono sapienti e si reputano intelligenti!” (Is 5,21) Ed è a loro che è detto ancora: “Non credere di essere saggio” (Pr 3,7).

Da ciò viene ancora che, se il grande predicatore [ Paolo ] incontrava dei saggi secondo la carne, chiedeva loro di acquistare la vera saggezza a cominciare dal diventare stolti: “Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente” (! Co 3,18) e la Verità stessa dice: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11,25).

Così, come coloro che sono saggi davanti a se stessi non possono giungere alla vera saggezza, il beato Giobbe, che desidera la conversione di coloro che l’ascoltano, è in diritto di augurarsi di non trovare un solo saggio, cioè: imparate a diventare stolti davanti a voi stessi per poter essere veramente saggi davanti a Dio.