Mercoledì 21 Febbraio : San Girolamo

Se Giona è una figura del Signore ed evoca col suo soggiorno di tre giorni e tre notti nel ventre del cetaceo la Passione del Salvatore, anche la sua preghiera deve essere un’espressione della preghiera del Signore.

“Sono scacciato lontano dai tuoi occhi; eppure tornerò a guardare il tuo santo tempio” (Gio 2,5). Quand’ero con te e godevo della tua luce, non dicevo: sono scacciato. Ma, in fondo al mare e avvolto da carne d’uomo, faccio miei i sentimenti umani e dico: sono scacciato lontano dai tuoi occhi. L’ho detto in quanto uomo; il seguito, lo dico come Dio, Io che, essendo nella tua condizione, non mi son valso della mia uguaglianza con te (cfr Fil 2,6), perché volevo elevare a te il genere umano. “Eppure tornerò a guardare il tuo santo tempio”. Il testo del Vangelo dice: “E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse” (Gv 17,5) e il Padre risponde: “L’ho glorificato e di nuovo lo glorificherò!” (Gv 12,28). L’unico e medesimo Signore chiede come uomo, promette come Dio, è certo di ottenere quanto da sempre è suo.

“Le acque mi hanno sommerso fino alla gola, l’abisso mi ha avvolto” (Gio 2,6) L’inferno non sia la mia prigione! Non mi chiuda la porta! Liberamente sono disceso, liberamente possa risalire. Sono venuto come prigioniero volontario, devo liberare i prigionieri perché si compia la parola: “Ascendendo in cielo ha portato con sé prigionieri” (Sal 68,19; Ef 4,8). Infatti, quelli che erano prima prigionieri della morte, egli li ha riconquistati alla vita.

“E il Signore comandò al pesce ed esso rigettò Giona sull’asciutto” (Gio 2,11). E’ ordinato dunque al gran cetaceo, agli abissi e agli inferi di rendere il Salvatore alla terra; così Colui che era morto per liberare i prigionieri nei legami della morte, può condurre con sé una folla verso la vita.