Mercoledì 22 Giugno : San Vincenzo de Paoli
Amiamo Dio, fratelli miei, amiamo Dio, che sia però a spese delle nostre braccia, che sia col sudore del nostro volto. Perché spessissimo, tanti atti di amore di Dio, di compiacenza, di benevolenza e altri simili affetti e pratiche di un cuore tenero, anche se buonissimi e molto desiderabili sono per lo meno molto sospetti se non si arriva ad amare coi fatti. « In questo, dice nostro Signore, è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto » (Gv 15,8).
E a questo dobbiamo stare molto attenti; perché sono parecchi, per quanto siano composti esteriormente, ed abbiano grandi sentimenti per Dio interiormente, a fermarsi qui. E quando vengono ai fatti e si trovano in occasioni di agire, vengono meno. Vanno fieri della loro immaginazione infervorata; si accontentano dei dolci colloqui che hanno con Dio nell’orazione; anzi ne parlano come angeli. Però, alla fine, se si tratta di lavorare per Dio, di soffrire, di mortificarsi, d’istruire i poveri, di andare a cercare la pecora smarrita, d’amare che manchi loro qualche cosa, di consentire alle malattie o a qualunque altra disgrazia, purtroppo ! non c’è più nessuno, il loro coraggio vien meno. No, non ci inganniamo. Tutto il nostro compito consiste nel passare dalle parole ai fatti.