Mercoledì 24 Luglio : San Giovanni Crisostomo

“Ecco il seminatore uscì a seminare”. Da dove uscì colui che è in ogni luogo e riempie l’universo intero? Come uscì? Non materialmente, ma per una disposizione della sua provvidenza nei nostri confronti: si è avvicinato a noi rivestendo la nostra carne. Noi non potevamo andare a lui, perché i nostri peccati ce lo impedivano; allora è stato lui a venire a noi. E perché uscì? Per distruggere la terra dove pullulavano le spine? Per punirne i coltivatori? Assolutamente no. Egli viene a coltivare questa terra, a prendersi cura di essa, e seminarvi la parola di santità. Il seme infatti di cui egli parla, è la sua dottrina; il campo, è l’anima dell’uomo; il seminatore, lui in persona. (…)

A ragione si farebbero rimproveri a un coltivatore che semini così abbondantemente. (…) Ma quando si tratta delle cose dell’anima, la pietra può essere trasformata in una terra fertile, la strada può non essere calpestata da tutti i passanti e diventare un campo fecondo, le spine possono essere sradicate e permettere al seme di crescere in tutta tranquillità. Se questo non fosse possibile, egli non avrebbe sparso il suo seme. E se la trasformazione non si realizza, la colpa non è del seminatore, bensì di coloro che non hanno voluto lasciarsi trasformare. Il seminatore ha fatto il suo lavoro. Se il suo seme è stato sprecato, l’autore di un così grande beneficio non ne è responsabile.

Notate bene che ci sono parecchi modi di perdere il seme. (…) Altro è lasciare il seme della parola di Dio seccarsi senza impegno e fatica, altro è vederlo perire sotto i colpi delle tentazioni. (…) Perché nulla di simile ci succeda, imprimiamo la parola nella nostra memoria, con ardore e in profondità. Anche se il diavolo cercherà di sradicare tutto attorno a noi, avremo abbastanza forza perché egli non sradichi nulla dentro di noi.