Mercoledì 28 Febbraio : Sant Agostino

Nei “salmi dei gradini” il salmista aspira a Gerusalemme e dice che vuol salire. Ma dove? Vuol forse salire per trovarsi un posto accanto al sole, alla luna e alle stelle? No certamente. [Se desidera ascendere in cielo] è perché nel cielo c’è l’eterna Gerusalemme dove abitano quei nostri concittadini che sono gli angeli (Eb 12,22), dai quali noi ora ci troviamo lontani perché esuli in terra. Nell’esilio sospiriamo, nella patria godremo.

Già durante il viaggio, incontriamo dei compagni che, avendo visto la patria, ci invitano a correre verso di lei. Cantano col salmista: “Mi son rallegrato in [mezzo a] coloro che mi dicevano: Andremo nella casa del Signore” (Sal 121,1)…. Andremo nella casa del Signore! Ebbene, corriamo! Corriamo perché andremo nella casa del Signore. Corriamo perché tale corsa non stanca; [corriamo] perché arriveremo a una meta dove non esiste stanchezza. Corriamo alla casa del Signore, e la nostra anima gioisca per coloro che ci ripetono queste parole. Coloro che ce le riferiscono hanno visto prima di noi la patria e, da lontano, a noi che li seguiamo, gridano: “Andremo nella casa del Signore. Camminate, correte!” L’hanno vista gli Apostoli e ci hanno detto: “Correte, spicciatevi, seguiteci! Andremo nella casa del Signore!”.

E ciascuno di noi cosa dice? “Mi son rallegrato per coloro che mi dicevano: Andremo nella casa del Signore”. Mi son rallegrato per la compagnia dei Profeti e degli Apostoli. Tutti costoro infatti ci hanno detto: “Andiamo nella casa del Signore”.