Mercoledì 6 Settembre : Sant Eucherio
E’ nel deserto che Mosè, con il volto inondato di luce, vede il Signore. (…) Lì è ammesso a conversare familiarmente con Dio: dialoga con Lui, si intrattiene con il Signore del cielo come un uomo è solito intrattenersi con i propri simili. Lì riceve il bastone prodigioso; e dopo essere arrivato al deserto come pastore di pecore, lascia il deserto in qualità di pastore di popoli (Es 3; 33,11; 34).
Allo stesso modo, il popolo di Dio, quando deve essere liberato dall’Egitto e dalle opere terrene, non si reca forse in luoghi ritirati, non si rifugia forse nella solitudine? Sì, è proprio nel deserto che egli si avvicina a quel Dio che l’ha strappato dalla schiavitù. (…) E il Signore si metteva a capo del suo popolo, guidandone i passi attraverso il deserto. Sul cammino, di giorno e di notte, dispiegava una colonna di fuoco ardente o una nube luminosa, come segno venuto dal cielo. (…) I figli d’Israele ottennero dunque di vedere il trono di Dio e di ascoltare la sua voce proprio mentre vivevano nella solitudine del deserto. (…)
Dobbiamo forse aggiungere che essi non arrivano alla terra a cui aspiravano se non dopo aver soggiornato nel deserto? Perché il popolo potesse un giorno entrare in possesso di un paese dove stillavano latte e miele, è stato prima necessario passare attraverso luoghi aridi e incolti. È sempre passando da accampamenti nel deserto che si giunge alla vera patria. Abiti dunque in una terra inabitabile, colui che vuole «contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi» (Sal 27,13). Sia l’ospite del deserto, colui che vuole diventare cittadino dei cieli.