Messaggio del Santo Padre, a firma di S.E. Monsignor Paul R. Gallagher, Segretario per i rapporti con gli Stati, in occasione della ‘Giornata mondiale dei legumi’ (12 febbraio 2021)
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
A FIRMA DI S.E. MONSIGNOR PAUL R. GALLAGHER,
SEGRETARIO PER I RAPPORTI CON GLI STATI,
IN OCCASIONE DELLA “GIORNATA MONDIALE DEI LEGUMI”
Signor Direttore Generale della Fao,
Distinte Autorità e Rappresentanti diplomatici,
Signore e Signori,
Apprezzo l’opportunità di partecipare a questo evento che commemora un nuovo anniversario della Giornata Mondiale dei Legumi. Con questa iniziativa si vuole mettere in risalto anche il ruolo fondamentale delle donne rurali nella produzione e distribuzione di alimenti attraverso meccanismi cooperativi che, sostanzialmente, trovano la loro ragione e la loro forza nell’amore per il prossimo e nel lavoro congiunto.
I legumi sono un alimento nobile con un enorme potenziale per rafforzare la sicurezza alimentare a livello mondiale. Sono privi di superbia e non riflettono lusso, mentre costituiscono una componente essenziale dei regimi alimentari sani. Si tratta di alimenti semplici e nutrienti che superano barriere geografiche, appartenenze sociali e culture. Lenticchie, fagioli, piselli e ceci si possono trovare sulle tavole di molte famiglie, perché riescono a soddisfare diverse necessità proteiche nelle nostre diete quotidiane.
Vorrei ricordare che la parola legumi deriva dal termine latino “legumen” e si riferisce ai frutti o baccelli che si raccolgono non falciando, bensì strappando le piante a mano. Questo lavoro evoca in modo naturale le mani ruvide, a causa del contatto con la terra e i climi difficili, in orari scomodi, che i lavoratori rurali, in particolare le donne, hanno svolto e continuano ancora a svolgere.
Purtroppo, e le statistiche lo indicano, ci sono ancora molte persone, tra le quali non possiamo dimenticare i bambini, che non possono accedere alle risorse più elementari e mancano di alimenti sani e sufficienti. La fame non smette di fustigare con il suo mortale flagello molte regioni della terra, situazione che è stata esacerbata dalla crisi sanitaria che stiamo subendo. In questi momenti risulta urgente il compito di coltivare la terra senza danneggiarla, di modo che possiamo condividere i suoi frutti pensando non solo a noi stessi, ma anche alle generazioni che verranno dopo di noi.
Concretamente, le donne rurali e le donne indigene hanno molto da insegnarci su come lo sforzo e il sacrificio ci permettono di costruire, insieme all’altro e non grazie all’altro, reti che assicurino l’accesso agli alimenti, l’equa distribuzione dei beni e la possibilità che ogni essere umano realizzi le sue aspirazioni.
Seguire regimi alimentari sani dovrebbe essere un diritto universale. Pertanto, il ruolo degli Stati è fondamentale perché ciò sia possibile e per incoraggiare politiche di educazione pubblica che promuovano l’inserimento di alimenti nutrienti conforme a ogni realtà particolare, e dove sicuramente i legumi dovranno essere parte di tali regimi alimentari insieme ad altri alimenti che li completino.
Procediamo insieme con speranza. Imitiamo gli atti belli e buoni di quelle donne rurali che non rinunciano alla loro missione di alimentare i propri figli e i figli delle altre famiglie. Valorizziamo l’impegno di sentirci parte della casa comune dove ci deve essere posto per tutti, senza scartare nessuno. Alimentiamo tutti e in modo sano, affinché tutti abbiano le stesse opportunità e possiamo costruire un mondo inclusivo e giusto.
Lo scrittore argentino Jorge Luis Borges, una volta disse che «ogni uomo deve pensare che […] tutto quello che gli succede, anche le umiliazioni, gli affanni, le sventure, tutto gli è stato dato come argilla, come materia per la sua arte; deve approfittarne […] Queste cose ci sono state date affinché le trasformiamo, affinché facciamo della miserabile circostanza dalla nostra vita cose eterne o che aspirino a esserlo» (La ceguera, in Siete noches, tratto da Obras Completas III. 1975-1985. Buenos Aires, Emecé, 1997, p. 285). Vi invito quindi a sviluppare la nostra arte, a essere vigorosi e resilienti come i legumi, e ad unirci per porre fine, una volta per tutte, alla fame.
+ Paul R. Gallagher
Segretario per i Rapporti con gli Stati
da L’Osservatore Romano, Anno CLXI, n. 36, 14 febbraio 2021.