Messaggio del Santo Padre alle Pontificie Opere Missionarie (12 maggio 2022)
Cari fratelli e sorelle!
In questo anno speciale vi siete riuniti a Lione, città dove hanno avuto origine le Pontificie Opere Missionarie e dove si celebrerà la beatificazione di Pauline Jaricot, la fondatrice dell’Opera della Propagazione della Fede. Di essa ricorre il bicentenario, oltre che il centenario dall’elevazione, insieme all’Opera della Santa Infanzia e all’Opera di San Pietro Apostolo, al rango di “Pontificia”. A queste si aggiunse più tardi, sempre riconosciuta da Pio XII, la Pontificia Unione Missionaria, che celebra i 150 anni della nascita del fondatore, il Beato Paolo Manna.
Questi anniversari si inseriscono nella celebrazione dei 400 anni della Congregazione De Propaganda Fide, alla quale le Opere Missionarie sono strettamente legate e con la quale collaborano nel sostenere le Chiese nei territori affidati al Dicastero. Esso fu istituito per sostenere e coordinare la diffusione del Vangelo in terre fino ad allora sconosciute. Ma la spinta evangelizzatrice non è mai venuta meno nella Chiesa e rimane sempre il suo dinamismo fondamentale. Perciò ho voluto che anche nella rinnovata Curia romana il Dicastero dell’Evangelizzazione assuma un ruolo speciale al fine di favorire la conversione missionaria della Chiesa (Praedicate Evangelium, 2-3), che non è proselitismo, ma testimonianza: uscita da sé per annunciare con la vita l’amore gratuito e salvifico di Dio per noi, chiamati tutti a essere fratelli e sorelle.
Vi siete dunque dati appuntamento a Lione perché lì, 200 anni fa, una giovane di 23 anni, Pauline Marie Jaricot, ebbe il coraggio di fondare un’Opera per sostenere l’attività missionaria della Chiesa; qualche anno più tardi diede inizio al “Rosario Vivente”, un organismo dedito alla preghiera e alla condivisione delle offerte. Di famiglia benestante, ella morì in povertà: con la sua beatificazione la Chiesa attesta che ha saputo accumulare tesori in Cielo (cfr Mt 6,19), tesori che nascono dal coraggio del dono e rivelano il segreto della vita: solo donandola si possiede, solo perdendola si ritrova (cfr Mc 8,35).
Pauline Jaricot amava dire che la Chiesa è di sua natura missionaria (cfr Ad gentes, 2) e che quindi ogni battezzato ha una missione; anzi, è una missione. Aiutare a vivere questa consapevolezza è il primo servizio delle Pontificie Opere Missionarie, un servizio che esse compiono con il Papa e a nome del Papa. Questo legame delle POM con il ministero petrino, stabilito cent’anni fa, si traduce in servizio concreto ai Vescovi, alle Chiese particolari, a tutto il Popolo di Dio. Al contempo è vostro compito, secondo il Concilio (cfr Ad gentes, 38), aiutare i Vescovi ad aprire ogni Chiesa particolare agli orizzonti della Chiesa universale.
I giubilei che celebrate e la beatificazione di Pauline Jaricot mi offrono l’occasione di riproporvi tre aspetti che, grazie all’azione dello Spirito Santo, tanto hanno contribuito alla diffusione del Vangelo nella storia delle POM.
Prima di tutto la conversione missionaria: la bontà della missione dipende dal cammino di uscita da sé, dal desiderio di non centrare la vita su sé stessi, ma su Gesù, su Gesù venuto per servire e non per essere servito (cfr Mc 10,45). In questo senso Pauline Jaricot vedeva la sua esistenza come una risposta alla misericordia compassionevole e tenera di Dio: fin dalla giovinezza cercava l’identificazione con il suo Signore, anche mediante le sofferenze che attraversava, allo scopo di accendere la fiamma del suo amore in ogni uomo. Sta qui la sorgente della missione, nell’ardore di una fede che non si accontenta e che, attraverso la conversione, si fa di giorno in giorno imitazione, per incanalare la misericordia di Dio sulle strade del mondo.
Ma ciò è possibile – secondo aspetto – solo attraverso la preghiera, che è la prima forma di missione (cfr Messaggio alle Pontificie Opere Missionarie, 20 maggio 2020). Non a caso Pauline affiancò l’Opera della Propagazione della Fede al Rosario Vivente, quasi a ribadire che la missione comincia con la preghiera e non può realizzarsi senza di essa (cfr At 13,1-3). Sì, perché è lo Spirito del Signore che precede e permette ogni nostra opera buona: il primato è sempre della sua grazia. Altrimenti, la missione diventerebbe un correre invano.
Infine, la concretezza della carità: insieme alla rete di preghiera Pauline diede vita a una raccolta di offerte su vasta scala e in una forma creativa, accompagnandola con l’informazione sulla vita e le attività dei missionari. Gli oboli di tanta gente semplice furono provvidenziali per la storia delle missioni.
Cari fratelli e sorelle che componete l’Assemblea Generale delle POM, vi auguro di camminare nel solco tracciato da questa grande donna missionaria, lasciandovi ispirare dalla sua fede concreta, dal suo coraggio audace, dalla sua creatività generosa. Per intercessione della Vergine Maria, Stella dell’evangelizzazione, invoco su ciascuno di voi la benedizione del Signore e vi chiedo, per favore, di pregare per me.
Roma, San Giovanni in Laterano, 12 maggio 2022
FRANCESCO