Sabato 19 Aprile : Eusebio Gallicano

“Gioiscano i cieli, esulti la terra!” (Sal 96,11) Questo giorno ha brillato per noi per lo splendore della tomba, più che per i raggi del sole. Acclamino gli inferi, poiché ormai hanno un’uscita; si rallegrino poiché è per essi il giorno della visita; esultino, poiché hanno visto, dopo secoli e secoli, una luce che non conoscevano ed hanno finalmente respirato nell’oscurità della loro notte profonda! O bella luce che si è vista sorgere dalla sommità del cielo che si rischiara…, hai rivestito di immediata chiarezza “coloro che erano nelle tenebre e nell’ombra della morte” (Lc 1,79). Poiché alla discesa di Cristo l’eterna notte degli inferi si è subito rischiarata ed hanno cessato i lamenti degli afflitti; si sono sciolti e sono caduti i lacci dei condannati; lo stupore ha preso gli spiriti dei malpensanti, come colpiti da un tuono…

Appena Cristo discende, gli oscuri portieri, ciechi nel loro nero silenzio e con la schiena curva per la paura, mormorano fra loro: “Chi è questo fenomeno abbagliante di splendore? Mai il nostro inferno ha visto cosa simile; mai il mondo ha gettato cosa simile nel nostro abisso… Se fosse colpevole, non avrebbe questa audacia. Se lo macchiasse un delitto, non potrebbe mai dissipare le nostre tenebre col suo splendore. Ma se è Dio, cosa fa nella tomba? Se è uomo, come osa? Se è Dio, perché viene quaggiù? Se è uomo, come può liberare i prigionieri? … Oh, questa croce che manda all’aria ciò che ci piace e provoca la nostra disgrazia! Il legno ci aveva arricchito, il legno ci rovina. E’ morta questa grande potenza, sempre temuta dai popoli!”