Sabato 19 Ottobre : Lettera della Chiesa di Smirne sul martirio di san Policarpo

Il più ammirabile dei martiri è stato il vescovo Policarpo. Quando seppe tutto quanto era successo, non si è turbato ed ha voluto restare in città. Poi, dietro l’insistenza della maggioranza, finì per allontanarsi. Si è ritirato in una piccola proprietà non lontana dalla città e vi ha soggiornato con dei compagni. Notte e giorno non faceva che pregare per tutti e per le chiese del mondo intero, come sua abitudine…

Militari a piedi e a cavallo si son messi a cercarlo, armati come se corressero dietro a un brigante. La sera tardi sono arrivati alla casa di Policarpo. Questi era coricato in una stanza al piano superiore; avrebbe potuto scappare altrove. Non ha voluto farlo; gli è bastato dire: “Sia fatta la volontà di Dio”. Sentendo la voce dei militari, è sceso e si è messo a parlare con loro. L’età avanzata e la sua calma li hanno colpiti e presi d’ammirazione: non capivano perché si erano dati così da fare per arrestare un vecchio. Policarpo, nonostante l’ora tarda, si è preoccupato di servir loro da mangiare e da bere, finché volevano. Ha chiesto solo di accordargli un’ora per pregare liberamente. Hanno acconsentito; Policarpo si è messo a pregare in piedi, pieno della grazia di Dio. E così per due ore, senza fermarsi, ha continuato a pregare ad alta voce. I presenti erano stupefatti; molti erano dispiaciuti di essere andati contro un uomo così santo.

Quando ebbe terminato la sua preghiera, dove aveva ricordato tutti coloro che aveva conosciuto nella sua lunga vita, piccoli e grandi, gente illustra e sconosciuta, e di tutta la Chiesa sparsa nel mondo intero, era arrivata l’ora di partire. Lo fecero salire su un asino e lo condussero verso la città di Smirne. Era il giorno del Sabato.