Sabato 20 Agosto : San Benedetto

Fratelli, la divina Scrittura ci dice: “Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”. Con queste parole ci mostra che ogni esaltazione è una forma di superbia. Il salmista testimonia di volersene tenere lontano dicendo: “Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo; non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze” (Sal 131,1). (…) Ne consegue, fratelli, che se vogliamo raggiungere la vetta della suprema umiltà e se vogliamo rapidamente arrivare a quell’altezza celeste dove si sale con l’umiltà della vita presente, occorre innalzare e salire con le nostre opere quella scala che apparve in sogno a Giacobbe, e per la quale egli vide “gli angeli scendere e salire” (Gen 28,12). Senza alcun dubbio, la discesa e la salita non hanno altro significato per noi che si discende con l’esaltarsi e si sale con l’umiliarsi. Questa scala che si alza è la nostra vita terrena che il Signore eleva fino al cielo quando il nostro cuore si umilia. (…)

Il primo grado dell’umiltà consiste nel conservare sempre nello spirito il timore di Dio ed evitare di dimenticarlo mai. Ci si ricorderà sempre di tutto ciò che Dio ha comandato(…). Per essere vigilanti sulla malignità dei pensieri, il fratello veramente umile ripeterà senza posa nel suo cuore: “Integro sono stato con lui e mi sono guardato dalla colpa” (Sal 18,24). Quanto a fare la nostra volontà, la Scrittura ce lo proibisce quando dice: “Non seguire le passioni” (Sir 18,30). Egualmente chiediamo a Dio nel Padre nostro che la sua volontà sia fatta in noi: “In ogni luogo sono gli occhi del Signore, scrutano i malvagi e i buoni; Il Signore dal cielo si china sugli uomini per vedere se esista un saggio: se c’è uno che cerchi Dio” (Pr 15,3; Sal 14,2). (…)

Ascesi tutti i gradi dell’umiltà, il monaco arriverà presto a quell’amore di Dio che, divenuto perfetto, scaccia il timore (1Gv 4,18). Grazie a questo amore, tutto ciò che prima osservava non senza trepidazione, comincerà ad osservarlo senza alcuna fatica, quasi spontaneamente e per abitudine(…), per amore di Cristo, per abitudine del bene e per il gusto della virtù. Ecco che, allora, il Signore si degnerà di manifestarsi attraverso lo Spirito Santo nel suo operaio.