Sabato 25 Novembre : Santa Ildegarda di Bingen

L’uomo che segue la via della pazzia e disprezza la sapienza creatrice si condanna da se stesso: senza più alcun limite nel male, ignora la vita futura. Non vuol neppure sapere se esiste un’altra vita e rifiuta di considerare attentamente le cause della sua propria natura mutevole. Quest’uomo può ancora comprendere la sua infanzia, la sua adolescenza, la sua giovinezza e la sua maturità, ma è incapace di capire ciò che diventa nella vecchiaia ed il senso della trasformazione del suo essere. La ragione gli mostra che egli ha un inizio, ma è incapace di sapere, di capire come è possibile che che l’anima sia immortale e che lei non ha fine… (…)

Finché è nel suo corpo, i pensieri dell’uomo si moltiplicano, come si moltiplicano senza che si possano numerare le eco della lode angelica. Il pensiero anima già la giovinezza, lo si formula poi con la voce della ragione e si agisce seguendolo. Ma la sua azione non ha vita da se stessa: ha un inizio. L’eternità sola trae da se stessa la vita e mai vacilla: prima che esistesse il tempo, ella era già vita eterna. Quando l’anima si trasfigurerà in eternità, cambierà nome: non agirà più nell’uomo per mezzo del pensiero, ma avrà per soggiorno le lodi degli angeli che sono spirito. Se si chiamerà allora spirito, è lei che non penerà più col corpo, con la carne. L’uomo porterà il nome di vita, poiché è già vita in questo mondo finché vive per il soffio dello spirito, ma si trasfigurerà in immortalità con la morte carnale, e sarà pienamente nella vita. Dopo l’ultimo giudizio , è col suo corpo e la sua anima che sarà eternamente vita.