Sabato 5 Ottobre : San Giovanni Cassiano

E’ l’umiltà la maestra di tutte le virtù, il fondamento incrollabile dell’edificio celeste, il dono proprio e magnifico del Salvatore. Potrà fare, senza pericolo d’innalzarsi, tutti i miracoli che il Signore ha operato chi cerca di imitare il dolce Signore, non nella sublimità dei prodigi, ma nella virtù di pazienza e umiltà.

Se accade qualche prodigio in nostra presenza, non è la meraviglia dei segni che deve rendere l’autore stimabile ai nostri occhi, ma solo la bellezza della sua vita. Non occorre informarsi se i demoni gli si sono sottomessi, ma sapere se possiede gli elementi della carità che l’Apostolo enumera. Ed anche, è più grande miracolo estirpare dalla propria carne la lussuria che espellere gli spiriti immondi dal corpo di altri; è segno più grande contenere con la virtù della pazienza gli eccessi dell’ira da se stessi che comandare alle potenze dell’aria. E’ molto meglio togliere dal proprio cuore i morsi divoranti della tristezza che cacciare malattie e febbre dal corpo degli altri. Infine è certo per molti motivi virtù più nobile, progresso più sublime, guarire le debolezze della propria anima che quelle degli altri.

Più l’anima si eleverà al di sopra della carne, più ne diviene possibile la salvezza; al contrario, più sarà presa dall’ambizione più sarà grave e funesta la sua rovina. Riguardo alle guarigioni corporali, ai beati Apostoli è detto: “Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi”. (Lc 10,20) Non era la loro potenza che operava quei prodigi, ma la virtù del nome con cui invocavano. Ecco perché sono avvertiti di non rivendicare beatitudine né gloria per ciò che si compie solo per la potenza e la virtù di Dio, ma unicamente per la loro purezza della vita e del cuore che merita d’avere i loro nomi scritti nei cieli.