Sabato 8 Gennaio : San Giovanni della Croce
la quiete della notte
vicina allo spuntar dell’aurora,
musica silenziosa,
solitudin sonora,
cena che ristora e innamora.
Nelle Sante Scritture, il riposo della sera designa la visione di Dio. Come dunque la cena corona i lavori del giorno e apre al riposo della notte, così l’anima assapora nella conoscenza piacevole di cui parliamo, un assaggio della fine delle sue fatiche e la sicurezza dei beni che aspetta. Anche in questo il suo amore per Dio cresce molto. È dunque veramente per essa «la cena che ristora», annunciandole la fine della sue fatiche, e che «innamora», assicurandole il possesso di tutti i beni.
Per fare capire meglio quanto sia deliziosa all’anima questa cena, poiché come abbiamo detto questa cena non è altro che l’amato in persona, ricordiamo le parole dello Sposo nell’Apocalisse: «Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,20). In questo ci fa capire che porta con lui la cena, cioè il sapore e le delizie di cui lui stesso si ciba e che comunica all’anima quando egli si unisce a lei, affinché anche lei se ne cibi. Tale è il senso di queste parole: «Cenerò con lui ed egli con me» e tale è l’effetto prodotto dall’unione dell’anima con Dio: i beni stessi di Dio diventano comuni tra lui e l’anima sposa, perché glieli comunica gratuitamente e con una sovrana liberalità. Dio è dunque in persona questa «cena che ristora e innamora». Ristora la sua sposa con la sua liberalità, l’innamora con la benevolenza che le testimonia.