Sinodo Diocesano 2021
Sinodo e Spazi di Dialogo
Il cammino di formazione di noi facilitatori è terminato. Ci siamo incontrati per tre giovedì, a Conselve, con il nostro vicariato e quello di Maserà. Ci siamo formati sul senso del Sinodo, sui contenuti, su cosa significa essere facilita-tori, sulle modalità di conduzione degli spazi di dialogo. Abbiamo ascoltato, abbiamo sperimentato, ci siamo messi in gioco noi, prima di chiederlo a voi.
Siamo pronti per partire. In settimana noi facilitatori abbiamo incontrato la Presidenza del Consiglio Pastorale e giovedì lo incontreremo nella sua totalità. Come già vi scrivevamo, loro ci hanno individuati, noi abbiamo accettato l’incarico e ci siamo formati, coscienti che non lo facciamo per noi, ma in rappresentanza del Consiglio Pastorale, della Diocesi e della comunità.
Da sabato 23 ottobre conoscerete i nostri nomi, saremo presentati ufficialmente durante la celebrazione delle 18.
Da sabato 23 ottobre fino a domenica 31, ci sarà la possibilità di iscriversi agli spazi di dialogo attraverso questi canali:
- Compilando una parte apposita del bollettino settimanale, da ritagliare e riportare nell’apposito contenitore che verrà preparato in chiesa;
- Tramite il sito della parrocchia;
- Tramite il recapito telefonico della canonica 049/5387007
Ognuno scelga la modalità che gli è più facile, indicando nome, cognome, età e un riferimento per il contatto (numero di cellulare/telefono o email).
Perché dovreste farlo? Perché Sinodo è il diritto e il potere di parola affidato a tutti, dunque un’occasione!
Che cos’è il Sinodo?
Questa parola viene dal greco “camminare insieme”. Il vescovo Claudio ha chiamato tutti noi ad un grande cammino di riflessione, ascolto, racconto e sogno per il futuro, che durerà alcuni anni e punta al rinnovamento del modo di essere Chiesa.
Il Sinodo è un’esperienza ecclesiale e spirituale.
Ecclesiale perché l’essere Chiesa implica sempre la disponibilità a camminare insieme.
Significa condividere una visione, una prospettiva che ci attrae e individuare le tappe e le modalità (processi) che attivino un cambiamento duraturo ed efficace. In questo senso “Chiesa” e “Sinodo” sono sinonimi.
Spirituale perché è un’esperienza ispirata dallo Spirito Santo e conserva, pertanto, un margine ampio di apertura e imprevedibilità, caratteristiche dello Spirito, che soffia e va dove vuole. Per questo si utilizza l’espressione “celebrare il Sinodo”, perché di fatto significa riconoscere l’azione dello Spirito che accompagna sempre la nostra Chiesa.
Sinodo significa il diritto e il potere di parola affidato a tutti.
La capillarità del Sinodo, caratterizzato dall’atteggiamento dell’ascolto, permette ad ogni credente e battezzato di portare il proprio contributo di pensiero.
Ogni parola, che mette in circolo l’esistenza di ciascuno e il Vangelo, è preziosa, è un dono che rinnova e qualifica il discernimento dell’intero popolo di Dio.
Sinodo significa scegliere insieme.
Il Sinodo intende attivare dei processi di cambiamento frutto di ascolto e di discernimento.
Il Sinodo non guarda solo le questioni immediate, ma rivolge il suo sguardo a ciò che siamo chiamati a diventare nel medio-lungo periodo.
Nelle grandi sfide e questioni che interpellano tutti, decidere e scegliere insieme è garanzia di fedeltà al Signore e di comunione.
Il Sinodo, pertanto, vorrebbe attivare processi di cambiamento, che coinvolgano tutti i soggetti ecclesiali e che permettano di annunciare, oggi e qui, la gioia del Vangelo.
Le parole del vescovo Claudio (Riflessione del vescovo Claudio, nella celebrazione eucaristica con l’Indizione del Sinodo diocesano, 16 maggio 2021).
Sinodo è anche preghiera. È la preghiera, in comunione con la preghiera sacerdotale di Gesù, di saper camminare insieme, arricchiti dalle nostre usanze e ma anche andando oltre, superando le nostre resistenze e vincendo presunzioni e individualismi. È preghiera di invocazione: «che siano una cosa sola!». Preghiera che assomiglia a quella dei poveri, di coloro che invocano da Dio giusti-zia e dignità, senza pretese perché sono poveri; le invocano come Grazia.
Sinodo è speranza. La speranza si accende quando ci si sente chiamati a raggiungere una meta impegnativa, alta, bella; quando ci si aspetta qualcosa di più, quando si possiedono beni che si desidera condividere con le persone a cui si vuole bene. Questa speranza è dell’intera comunità dei battezzati che è composta anche da presbiteri, da diaconi, da consacrate e consacrati, dalle diverse ministerialità e carismi presenti nel popolo di Dio; e che percepisce il pericolo della dispersione, della frantumazione e che desidera orientarsi anche comunitariamente secondo la volontà di Dio Padre.
Il Sinodo nasce dal desiderio del Vescovo di rendere possibile la strada del futuro e della missione. Strada da percorrere tutti insieme, ognuno con il suo carisma, «avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace», al servizio di tutti coloro che il Signore ama. È tempo quindi di una sintesi ecclesiale che permetta di guardare al futuro “insieme”, con un rinnovato coraggio; anzi con un rinnovato entusiasmo. È venuto il tempo di favorire il futuro e di an-dargli incontro mettendoci in ascolto dello Spirito del Signore Risorto.
Perché un sinodo?
Sinodo. Questa parola viene dal greco “camminare insieme”. Il vescovo Claudio ha chiamato tutti noi ad un grande cammino di riflessione, ascolto, racconto e sogno per il futuro, che durerà alcuni anni e punta al rinnovamento del modo di essere Chiesa. Chiede una indicazione per ripensare la Chiesa di domani: il Sinodo dà la parola a tutti, perché ciascuno possa dare il proprio contributo e perché dall’ascolto di tutti possano nascere scelte significative. Il tempo di pandemia che stiamo vivendo, che ha scardinato ciò a cui eravamo abituati, è un tempo propizio per ascoltarci davvero.
Il vescovo Claudio nell’omelia per la celebrazione di Indizione del Sinodo (16 maggio 2021) ha sottolineato:
È arrivato il tempo di una comprensione di questa lunga esperienza per capire, dalle tracce lasciate dai nostri passi, dove lo Spirito ci sta orientando. Lo Spirito ha agito anche fuori dalla nostra storia diocesana attraverso molte e diverse manifestazioni, ma a noi è consegnata questa porzione di Chiesa, quella radicata in questa terra e in questa storia. È tempo quindi di una sintesi ecclesiale che permetta di guardare al futuro “insieme”, con un rinnovato coraggio; anzi con un rinnovato entusiasmo. Grazie al Cielo non ci sono rotture e tensioni straordinarie. Il nostro è tempo di pace e quindi è tempo favorevole per una riflessione serena e per scoprire la vocazione della nostra Chiesa patavina, per guardare con fiducia avanti.
D’altra parte questo tempo pome molte sfide a livello ecclesiale, sociale e soprattutto culturale: il Covid 19 le ha evidenziate e noi le accettiamo, obbedienti alla nostra vita concreta, come spazio per la missione di preparare ai nostri figli un domani e una terra, sempre promessa, “dove scorrono latte e miele”.