Venerdì 15 Novembre : San Romano il Melode
Vedendo la cattiveria che allora regnava, l’amico degli uomini disse a Noè: “È venuta per me la fine di ogni uomo, perché la terra, per causa loro, è piena di violenza (Gen 6,13). Ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione (Gen 7,1). (…) Prendi del legno e fatti un’arca (…); come una matrice, porterà i semi delle specie future. La farai come una casa, ad immagine della Chiesa. (…) In lei ti custodirò, tu che gridi verso di me con fede: ‘Salvaci tutti, per l’amore che hai per noi, Redentore dell’universo’”.
L’eletto compì con intelligenza la sua opera(…), e gridò con fede agli uomini senza fede: “Presto! Abbandonate il peccato, rigettate la cattiveria, pentitevi! Lavate le vostre anime sporche nelle lacrime, riconciliatevi con la fede al nostro Dio potente(…)” Ma i figli della perdizione non si convertirono. Alla perversità aggiunsero l’indurimento del cuore. Da quel momento Noè implorò Dio piangendo: “Una volta mi hai fatto uscire dal seno di mia madre; salvami ancora in quest’arca che viene in mio aiuto. Vado a chiudermi in questa specie di tomba, ma quando mi chiamerai, ne uscirò per la tua potenza! In essa è prefigurata fin da ora la risurrezione di tutti gli uomini, quando salverai i giusti dal fuoco, come mi salverai dagli assalti del male strappandomi agli empi, me che grido con fede a te, il Giudice compassionevole: ‘Salvaci tutti, per l’amore che hai per noi, Redentore dell’universo’”.