Venerdì 29 Novembre : San John Henry Newman

La terra che vediamo non ci soddisfa. Essa è soltanto un inizio; è soltanto una promessa di un al di là; anche nel più grande splendore, quando si copre di tutti i fiori, e ci mostra, nel modo più incantevole, tutti i tesori nascosti, anche allora, non ci basta. Sappiamo che, in essa, c’è molto di più di quanto possiamo vedere. Un mondo di santi e di angeli, un mondo glorioso, il palazzo di Dio, il monte del Signore Sabaoth, la Gerusalemme celeste, il trono di Dio e di Cristo: tutte queste meraviglie eterne, preziosissime, misteriose e incomprensibili si nascondono dietro ciò che vediamo. Ciò che vediamo è soltanto l’involucro esteriore di un regno eterno; e su questo regno noi fissiamo gli occhi della nostra fede.

Mostrati, Signore, come nel tempo della tua Natività, quando gli angeli visitarono i pastori. La tua gloria si schiuda come i fiori e le foglie sugli alberi. Con la tua grande potenza trasforma il mondo visibile in quel mondo più divino che ancora non vediamo. Ciò che vediamo sia trasformato in ciò che crediamo. Per quanto brillanti siano il sole, e il cielo, e le nuvole, per quanto verdeggianti siano le foglie e i campi, per quanto dolce sia il canto degli uccelli, sappiamo che non è tutto lì, e non scambieremo la parte per il tutto. Queste cose procedono da un centro di amore e di bontà che è Dio stesso. Ma esse non sono la sua pienezza. Parlano del cielo, ma non sono il cielo; sono soltanto, in un certo senso, dei raggi dispersi, e un fioco riflesso della sua immagine; sono soltanto le briciole che cadono dalla tavola.