Venerdì 30 Giugno : Simeone il Nuovo Teologo
io non conoscevo me stesso.
Allora, al vedere me nelle tenebre e in carcere,
rinchiuso in un pantano,
coperto di immondizie, ferito, la carne gonfia(…),
sono caduto ai piedi di colui che mi aveva illuminato.
E colui che mi aveva illuminato tocca con le sue mani
i miei lacci e le mie ferite;
là dove la sua mano tocca e il suo dito si avvicina,
subito cadono i miei lacci,
scompaiono le ferite, e ogni sporcizia.
L’impurità della mia carne scompare(…)
tanto da renderla simile alla sua mano divina.
Strana meraviglia: la mia carne, la mia anima e il mio corpo
partecipano della gloria divina.
Appena sono stato purificato e liberato dai miei lacci,
ecco che tende verso di me la sua mano divina,
mi tira fuori del pantano interamente,
mi abbraccia, mi si getta al collo,
mi bacia (Lc 15,20).
Mi prende sulle spalle
io che ero completamente esausto,
e avevo perso le mie forze,
e mi porta fuori dall’inferno. (…)
La luce stessa mi porta e mi sostiene;
mi trascina verso una grande luce. (…)
Egli mi dà di contemplare con quale strano rimodellare
lui stesso mi ha plasmato nuovamente (Gen 2,7)
e mi ha strappato dalla corruzione.
Mi ha fatto il dono di una vita immortale
e mi ha rivestito di una tunica immateriale e luminosa
e mi ha dato dei sandali, un anello e una corona
incorruttibili ed eterni (Lc 15,22).